di Alfredo Lissoni
MIR Edizioni
pagg. 176 - € 12,00
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Si spazia inoltre dai rapimenti UFO, alle mutilazioni animali, ai cerchi nel grano, fenomeni che risultano non essere solamente una prerogativa di questi due ultimi secoli, ma eventi documentati puntualmente sin dalle epoche più remote dell'umanità, a ritroso nel tempo, sino al momento in cui una razza extraterrestre decise di cambiare il corso della nostra storia evolutiva.
A dimostrazione di ciò, l'autore passa in rassegna le diverse versioni della Bibbia cattolica, protestante ed evangelica, i libri gnostici e apocrifi di Basilide e Valentino (che trattano degli enigmatici "Angeli della Faccia" sorveglianti dell'Universo) e li confronta con la Genesi pellirossa e gli scritti proto-sumerici e pre-rabbinici, ricchi di riferimenti ai "visitatori dalle Plejadi".
Lissoni sviluppa le tematiche anticipate nel precedente "UFO progetto Genesi" e ci propone una documentazione inedita sui moderni avvistamenti di UFO plejadiani, sugli alieni secondo i pellerossa, su "l'uomo lucertola disceso dal cielo", sull'angelo Luzabel (Lucifero) dei Catari e il suo reale ruolo nella creazione del mondo; ci parla poi della discesa dei Veglianti sulla Terra e della caduta dei giganti (gli antichi ibridi umano-terrestri) ed infine elenca gli UFO biblici presenti nelle narrazioni apocrife dell'assunzione di Maria e nel censuratissimo Protovangelo di Giacomo.
Il volume si conclude con il ritrovamento del vero Libro di Enoch, la più attendibile versione ebraica (in mezzo a 11 copie disperse nelle biblioteche di mezza Europa) del resoconto del rapimento in cielo del patriarca ebraico che "camminava con Dio" e che descrisse la Terra vista dallo spazio.
L'autore descrive infine la posizione delle Chiese verso gli extraterrestri e parla dei progetti ecclesiastici segreti per esportare il cristianesimo presso visitatori alieni!
Una rilettura teologica sconvolgente e dissacrante, che riunisce i tasselli sparsi in un enorme mosaico biblico, sino ad ora incomprensibile.
Alfredo Lissoni, (Milano, 1966) giornalista e scrittore, insegnante di religione, è curatore della rubrica di ufologia del "Giornale dei Misteri". Già corrispondente del "Nuovo Giornale di Bergamo", ha diretto per quattro anni la rivista di tematiche di confine "Oltre la conoscenza". Autore dell’enciclopedia del paranormale "Misteri e verità", opera come consulente e autore di programmi radiotelevisivi. Per la MIR Edizioni ha pubblicato anche "Gli UFO e la CIA: Majestic 12 - Il segreto della retroingegneria aliena - Invasori da Zeta Reticuli", "UFO impatto cosmico: Guerre atomiche nella Valle dell'Indo", "UFO progetto Genesi: Gli Extraterrestri hanno creato l'uomo?", "UFO i dossier del Vaticano: I documenti segreti custoditi negli archivi vaticani" e "UFO gli X-files italiani". Per Anima edizioni ha pubblicato "UFO i dossier top secret". Ha curato lo speciale "Oltre l’ignoto". Si occupa da anni dello studio e della divulgazione delle tematiche di frontiera, dalla parapsicologia all’ufologia. È stato relatore in diversi simposi internazionali. Vive a Milano.
"Credono che un angelo apostata, che chiamano Luzabel, presieda a tutta la creazione fisica...".
riferendosi ai catari della Champagne.
LA BIBBlA SEGRETA
Il cristiano che si avvicina per la prima volta alla Bibbia generalmente ignora che di quest'ultima esistano ben ottantamila diverse traduzioni e manipolazioni (il "Codex Vaticanus" scoperto nel 1844 nel monastero di S. Caterina sul Sinai contiene non meno di sedicimila correzioni, dovute ad almeno sette correttori); che papa Giovanni XXIII in passato denunziò pubblicamente l'enorme confusione nata da tutte queste manipolazioni; che già nel VII secolo dopo Cristo il teologo inglese Venerabile Beda attestasse che il biblico Esdra aveva interpolato e censurato le Scritture; e che persino S. Paolo era sospettato di avere modificato l'insegnamento di Gesù, per creare una religione più "guerriera" (come lui), maggiormente ad uso e consumo di un potere politico che stava lentamente infiltrandosi nella sin troppo tollerante società romana (la setta giudeo-cristiana degli ebioniti o "poveri", autori di un omonimo vangelo e vissuti nei primi secoli dopo Cristo, non a caso lo consideravano un apostata; ed è indiscutibile che i suoi scritti siano stati fondamentali per la formazione del cristianesimo ed il distacco dal giudaismo); il cristiano praticante molto spesso non sa nemmeno che non esiste il testo originale della Bibbia (di nessuno dei 45 libri dell'Antico Testamento e dei 27 del Nuovo si possiede il manoscritto originale), ma se ne hanno solo versioni "di seconda mano", peraltro assai diverse dal "corpus" religioso ebraico (basato principalmente sulla "Torah"); o che la divisione in capitoli e versetti che trovate nei Testi Sacri risalga al cardinale inglese Stephan Langton, che se la inventò nel XII secolo, basandosi sulla traduzione latina della Bibbia greca ad opera di S. Gerolamo (la "Volgata" del 406, rivista mille anni dopo dai benedettini); o ancora che l'Apocalisse, tanto sventolata dai movimenti messianici, sia stata riconosciuta come canonica solo nel 1545 dal Concilio di Trento, dopo moltissime diatribe e che tuttora numerose chiese orientali autonome ed indipendenti da Roma continuino a rifiutarla; essa, secondo quanto non può fare a meno di ammettere la Sacra Bibbia nella versione di padre Bonaventura Mariani (Garzanti, 1964) "si presentava sotto la forma di un messaggio epistolare indirizzato alle chiese dell'Asia per premunire i fedeli di fronte alle minacce di una persecuzione imminente", ovvero l'aggressione romana, che da Occidente si stava spostando ad Oriente. Fu S. Agostino, secoli dopo, a spacciarla come una profezia degli anni a venire. Altro che fine del mondo!
Il nostro cristiano medio non sa che Gesù, nella "Vulgata" latina, non parlò mai di alcun cammello che dovesse passare nella cruna di un ago, ma di un camello (corda di canapa); o che Mosè chiamasse il suo Dio con il nome di Yahweh ("Egli è"), quando questi, secondo la Bibbia, gli avrebbe detto "lo sono colui che sono" (e dunque, a logica, andava chiamato "lo Sono", e non "Egli è"); ma il suo vero nome, secondo la traduzione biblica non manipolata, era "YiHYeH", "lo sono colui che sarà" (il che prefigura, in previsione della venuta di Gesù, scenari inimmaginabili; noi continueremo ugualmente a chiamarlo Yahweh, per comodità) e che comunque le quattro consonanti (gli ebrei non usavano mettere le vocali) che formavano il suo nome, Y, H, W, H, corrispondevano ad altrettante parole ebraiche, dal significato di "mano, foro, chiodo, foro". Ancora, ben pochi sanno che gli ebrei, ai quali noi ci ispiriamo, non utilizzano, non ritenendoli validi, parte dei libri dell'Antico Testamento (e nessuno del Nuovo, ovviamente, non avendo riconosciuto Gesù come messia); ma del resto persino i protestanti, che si rifanno al canone ebraico, escludono i due libri dei Maccabei, Tobia, Giuditta, Sapienza, Baruch, Siracide (o Ecclesiastico, ove parla un profeta a nome Gesù, che non è il messia). Assai poche persone si rendono conto di quanto sia mutato il messaggio "divino" presente nell'Antico Testamento (e ricalcato sugli usi e costumi del popolo ebraico) rispetto a quello presente nel Nuovo Testamento (che è poi la base del cristianesimo; la stessa Chiesa non manca di sottolineare come Gesù sia venuto per "abolire le leggi di Mosè"). Ignorano che pur di non far trapelare la storia delle continue manomissioni bibliche, in tempi recenti il Vaticano si sia trovato al centro di uno scandalo, denunziato nel giugno del 2001 da un'autorevole fonte interna, la rivista "Jesus", che ha rivelato l'esistenza "di un piccolo giallo attorno alla commissione incaricata di rivedere il documento del '69 'Comme le prévoit', un gruppo di lavoro che si occupasse della stesura della bozza dell'istruzione-guida per la traduzione dei testi liturgici".
Il gruppo, organizzato nel 1996 sotto la guida del linguista Manlio Sodi, decano della Facoltà di teologia dell'Università salesiana, avrebbe dovuto terminare la revisione delle disposizioni liturgiche cattoliche (desunte dallo studio della Bibbia, dalla Tradizione e da testi preesistenti) il 21 settembre 1997. "Il giorno prima - commentò Jesus - arrivò però la lettera di licenziamento, firmata dal pro-prefetto Jorge Medina Estévez. Il testo elaborato, cui si ispira il dossier di 'Rivista liturgica' nel novembre 1998, presentava un impianto notevolmente diverso da 'Liturgiam authenticam'...".
Ed infine, ben pochi sanno che, in base a quanto ribadito da un'enciclica papale (la "Dei Verbum" del 18 novembre 1965, articolo 9), alla base della dottrina cristiana non sta solo la Bibbia ma anche la "Tradizione", ovvero tutto quell'insieme (a tratti assai discutibile) di credenze, rituali ed usanze promosse dalla Chiesa nel corso dei secoli che, pur non essendo contemplate in alcuna parte del Vangelo (ed anzi essendone spesso in palese contrasto), vengono dogmaticamente imposte. E questo spesso accade anche con tradizioni "storiche" ufficialmente accettate. Non è un segreto che i papi Giovanni XXIII e Paolo VI abbiano radiato dal calendario ventotto nomi di santi e sante che non erano mai esistiti.
La Tradizione affonda le radici nelle usanze delle sette giudeo-cristiane dei primi secoli; ed il maggior numero di informazioni liturgiche sul cristianesimo dei primissimi tempi ci è trasmesso in un'opera intitolata "Didaché", che in greco significa dottrina o insegnamento (dei dodici apostoli), scoperta per caso poco più di un secolo fa dal Metropolita Filoteo Bryennios in un codice greco di Costantinopoli (ora a Gerusalemme). Sfortunatamente la "Didaché" si basa solo su alcuni di discepoli di Gesù, rinnegandone completamente altri (spesso autori di "vangeli" che la Chiesa definisce apocrifi e bolla come non validi, sebbene un'élite di moderni storici laici internazionali tenda a dare al 90% degli stessi una credibilità pari a quella degli scritti ufficializzati). E le contraddizioni presenti non sono di poco conto: nella "Epistola di Barnaba", uno scritto anonimo della fine del I sec. o degli inizi del Il sec., forse di ambiente siriaco come la "Didaché" e che pare non sia da attribuire a Barnaba compagno di S. Paolo, l'autore afferma che l'unico modo esatto di leggere l'Antico Testamento consista nell'individuazione del significato spirituale, non semplicemente carnale, del testo. Questa è l'impostazione che è prevalsa in seno al cattolicesimo, rifiutata però da molte sette millenaristiche dell'Otto-Novecento. E non è finita.
Non c'è l'inferno, nella Bibbia (per la setta dei seleuciani, attivi in Galazia nei secoli III e IV, il vero inferno era questa terra). Le sue più vivide rappresentazioni non si trovano nel Nuovo Testamento (accenni vaghi in Matteo 8,12-13, 41-42; Luca 16,22-26; Apocalisse 20,15 e 21,8) ma in alcune apocalissi apocrife (Pietro, Paolo, Madre di Dio); esso non esprimeva la prigionia in un luogo mitico, ma una condizione esistenziale consistente nella perdita di Dio e nel tormento che deriva dalla privazione del Bene, pena che, dopo la resurrezione, diverrà definitiva. Addirittura il biblico S. Giuda (fratello di Giacomo il Minore, apostolo e primo vescovo di Gerusalemme), nella sua biblica "Lettera", al capoverso 6, precisa che l'inferno è solo per gli abitanti di Sodoma e Gomorra e per gli angeli ribelli: "Quanto agli angeli che non hanno conservato il loro principato, ma hanno abbandonato la loro residenza (perché scesero sulla Terra accoppiandosi con donne, come vedremo in seguito; N.d.A.), Dio li ha imprigionati nelle tenebre con catene eterne per il giudizio del grande giorno." Lo stesso fa Pietro nel suo secondo libro, al capoverso 2,4. Ma quando la Chiesa si impose come religione di stato, nel 325, inferno e demonio divennero lo spauracchio per terrorizzare gli increduli ed assoggettare i superstiziosi.
Così, sino al III secolo, l'immagine del diavolo nelle icone era quella di un angelo di luce, poi sostituita con la terrificante raffigurazione dell'uomo caprone, copiata dalla mitologia greca del dio Pan, signore dei piaceri.
Non solo, per due millenni la patristica cristiana ha continuato ad identificare Lucifero in Satana, quasi ignorando che nel Nuovo Testamento (2 Pietro 1, 19; Apocalisse 22, 16) era Cristo ad essere definito "Lucifer" o "stella del mattino", attributo che ritorna nell'antica preghiera dell'Exultet, nella liturgia della veglia pasquale; non solo, il "Lucifero" che cade dal cielo in Isaia 14, 10-15 non era il demonio, ma, in ebraico, Helel ben Shashar, ovvero il pianeta Venere, in una metafora con la quale il profeta derideva il sovrano babilonese Nabucodonosor, di fatto caduto dalle stelle alle stalle. Fu Origene a collegare erroneamente questa allegoria alla caduta del diavolo, in relazione con il Vangelo di Luca (10, 18): "Gesù disse loro: Vedevo Satana precipitare dal cielo come folgore". "In realtà - commenta la stessa Bibbia, nell'edizione delle Paoline - nel contesto di Isaia non vi è nulla che possa far pensare al demonio, ma solo alla strepitosa caduta del re di Babilonia."
Ma nella Bibbia non c'è neanche il purgatorio, inventato nel IX sec. ed accettato a pieno titolo nella dottrina cristiana solo nel Duecento (ma completamente rifiutato dai protestanti); e probabilmente non esiste nemmeno il paradiso (dal persiano "pairi daeza", recinto alberato), termine che nel Nuovo Testamento appare una volta sola, in Luca 23, 43, mentre si parla in più occasioni del Regno di Dio che attende i giusti.
E a dirla tutta, vi è anche chi non crede nella sopravvivenza dell'anima. I Testimoni di Geova, ad esempio, citando Ezechiele 18,4 ("L'anima che pecca, morirà"), rigettano l'esistenza "di una qualche entità astratta che sopravvive alla nostra morte".
Le invisibili e discrete presenze aliene (eccezion fatta per i Grigi, che appaiono violenti e pasticcioni) ebbero probabilmente a cuore le sorti dell'umanità. È un dato di fatto secondo molti ufologi che, nei momenti cruciali della nostra storia, vi sia sempre stato un "intervento dall'alto" che ha accelerato la nostra ascesa nella scala evolutiva; sebbene per la psicologia junghiana ciò sia spiegabile con il fatto che la mente umana, nelle epoche di crisi, abbia avuto bisogno di riempire il cielo di "segni" e di "dèi", alcuni ufologi ritengono che ciò sarebbe dovuto al fatto che gli esseri umani (quanto meno, una parte) sarebbero stati sì modificati dalla fazione aliena dei "cattivi", ma grazie a quell'anima o spirito vitale (o insieme di sentimenti, sia ciò che sia) infusici dai "buoni".
Un cataro pentito, il curato eretico Pierre Clergue di Montaillou (lasciato morire in carcere dall'Inquisizione), diceva che i suoi ex fratelli credevano che "Dio ha fatto solo gli spiriti e ciò che non può né corrompersi né distruggersi, perché le opere di Dio restano in eterno; ma tutti i corpi che possono essere visti o sentiti, come il cielo e la terra e tutto quello che vi si trova, ad eccezione dei soli spiriti, è stato il diavolo, principe di questo mondo, a farli, e, giacché lui li ha fatti, tutto è esposto alla corruzione, poiché egli non può fare opera stabile e ferma". In un anonimo testo cataro essi accusavano il "dio straniero" di avere creato il mondo, e sostenevano che l'essere umano si trovasse nel punto di incrocio tra due creazioni, che si intersecavano in lui: "Eccolo, il dio straniero, eccola la nostra terra, ed ecco quella che non è nostra. Quella di cui parla il Signore nel medesimo testo: Così ricercherò il mio gregge, e lo libererò da tutti i luoghi in cui era stato disperso nei giorni di nuvole e di oscurità (Ez 34, 12)".
I verbali dell'Inquisizione di Jacques Fournier ci fanno conoscere le prediche di Pierre Clergue, il curato di Montaillou, così come le riferisce la sua amante Béatrice de Planissoles, che egli impressionò ed influenzò notevolmente: "Egli mi disse anche che Dio aveva fatto tutti gli spiriti nel cielo. Quegli spiriti peccarono del peccato d'orgoglio, volendo diventare eguali a Dio, ed a causa di tale peccato caddero dal cielo in aria e sulla Terra.
Ed ancora, secondo un testo raccolto dalla studiosa francese Anne Brenon: "E il Cristo [disse]: Il principe di questo mondo verrà (Gv 14, 30). Ed aggiunge: Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18, 36). In un altro passo: Non prego affatto per questo mondo (Gv 17, 1). Ancora in un altro punto: Padre, il mondo non vi ha conosciuto (Gv 17, 25). Dice, inoltre, dei suoi apostoli: Essi non sono del mondo, così come anch'io non sono di questo mondo (Gv 17, 16). E questo ancora: Se voi foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che gli appartiene (Gv 15, 19). E in un altro punto: La ragione per la quale il mondo non ci conosce, è che non conosce Dio (1 Gv 3)."
Commenta la Brenon: "Questa interpretazione della Parola di Cristo non è, sostanzialmente, in contrasto con quella della dottrina romana, e neppure ne diverge profondamente. Si limita a privilegiare un aspetto dell'insegnamento evangelico, ma, ovviamente, nella logica di una lettura dualista."
Aspetto curioso dei catari è che avessero come simbolo il "sole delle alpi", un fiore con sei petali disposto a raggiera, che troviamo raffigurato in alcune medaglie in piombo rinvenute presso la roccaforte di Montségur, e databili nella prima metà del XIII secolo; sappiamo che essi avevano attinto a motivi ornamentali gallo-romani e merovingi, dotandoli tuttavia di nuovi significati mistici, di non facile interpretazione. Ma l'aspetto più straordinario è che il "sole delle alpi", che gli italiani conoscono oggi solo perché è stato adottato come simbolo dalla Lega Nord, è stato per secoli il marchio degli alieni!
Nei verbali dell'Inquisizione protestante ho trovato riferimenti ad un preteso "diavolo" che appariva ad Orléans nel 1614; era perfettamente umano e diceva di chiamarsi Orthon, come uno degli extraterrestri che si sarebbero manifestati al contattista americano George Adamski nel 1950. Nel XVII secolo venne scambiato per il demonio, in quanto, pur se umano in tutto e per tutto (come gli E.T. definiti "Nordici") scendeva da una nube nera e presiedeva i sabba che si tenevano presso gli antichi siti megalitici (gli stessi ove oggi, in Gran Bretagna, compaiono i "cerchi nel grano" o crop circles); era spesso accompagnato da un "demone" basso e macrocefalo, dal volto ovale e dagli occhi a mandorla, identico ad un moderno Grigio, assai temuto in quanto rapiva le "streghe" portandole in cielo o marchiandole sulla pelle, così come fanno oggi gli abduttori UFO.
CAPITOLO 1: |
I vangeli nascosti dalle chiese - La Bibbia segreta | pag. 7 |
L'invenzione del Papa-Re | pag. 11 |
Gli "altri" apostoli | pag. 16 |
I Veglianti nei testi persiani | pag. 19 |
I carri cherubinici | pag. 26 |
La vera genesi dell'uomo | pag. 28 |
EI contro Elohim | pag. 34 |
UFO progetto Genesi | pag. 39 |
Le sei ere del mondo | pag. 41 |
La creazione pellerossa | pag. 45 |
Adamo, il servo sciocco | pag. 50 |
Nachash, il serpente sapiente | pag. 54 |
Angeli caduti | pag. 58 |
Le Chiese contro gli alieni | pag. 61 |
La Bibbia evangelista | pag. 63 |
L'Angelo della Faccia | pag. 67 |
CAPITOLO 2: |
Il mistero delle nostre origini perdute | pag. 71 |
Contatti dalle Pleiadi | pag. 71 |
Gli extraterrestri dei pellerossa | pag. 80 |
L'uomo lucertola disceso dal cielo | pag. 90 |
Luzabel e i testi perduti dei catari | pag. 92 |
Nei cromosomi il marchio di E.T. | pag. 96 |
Operazione Torre di Babele | pag. 99 |
Il Libro dei Giubilei | pag. 101 |
La discesa dei Veglianti | pag. 106 |
La caduta dei giganti | pag. 108 |
L'assunzione di Maria | pag. 111 |
Il messia dallo spazio | pag. 113 |
Il Protovangelo di Giacomo | pag. 116 |
CAPITOLO 3: |
Ciò che la chiesa ha tenuto nascosto | pag. 123 |
Il vero Libro di Enoch | pag. 123 |
L'Enoch slavo | pag. 127 |
Alla ricerca delle 11 copie | pag. 130 |
I Vatican UFO files | pag. 134 |
UFO ante-litteram | pag. 138 |
Il cielo visto dalla Terra | pag. 141 |
Extraterrestri, amici o nemici? | pag. 144 |
Antropocentrismo cosmico | pag. 149 |
Le Chiese e gli extraterrestri | pag. 151 |
Gli "altri" UFO | pag. 156 |
Mito UFO e UFO-scettici | pag. 159 |
Alieni e fantascienza | pag. 163 |
Alla ricerca dell'anima | pag. 166 |
BIBLIOGRAFIA | pag. 171 |
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